A pochi giorni dai fatti qualche riflessione sulla tragedia di Parigi e della Francia.
- E’ scontato, ma bisogna essere contro ogni forma di violenza e di terrorismo. L’Occidente è troppo preoccupato di non disturbare nessuno per rendersi conto che il pericolo è reale. L’attacco contro il negozio ebraico dimostra ancora di più l’odio che certe frange del mondo musulmano hanno contro di noi. Abbiamo sentito ancora la retorica dei “pazzi isolati”. Se andiamo avanti così veramente sarà la nostra fine. Certo, in Italia va anche peggio: Renzi gioca con le parole come al solito e Berlusconi invoca l’intervento armato… Rivediamo il nostro concetto di sicurezza.
- Je ne suis pas Charlie. Mi spiace, ma la cosiddetta satira dissacrante tanto esaltata dagli organi di stampa italiani (del resto si esaltano fra di loro) a me è sembrata, da quello che ho visto, gravemente offensiva e blasfema. Un giornale, a quanto pare oltretutto sull’orlo della chiusura, di estrema sinistra e profondamente antireligioso e antidemocratico non mi rappresenta. Come diceva un musulmano intervistato dal tg3 :”se non sei d’accordo denuncia, ma non devi uccidere”. Mai la violenza. Rivediamo il nostro concetto di libertà di stampa.
- Cade anche il mito del controllo dell’immigrazione clandestina. Certo, va impedita e non possiamo permettere che chiunque entri in Italia e faccia quello che vuole, come accade ormai da decenni a causa delle molte leggi permissive che si sono susseguite, ma gli autori delle stragi erano tutti nati in Francia ed educati secondo i princìpi repubblicani, almeno così ci hanno raccontato. E’ preoccupante sentire che ci sono italiani, italiani originari, non figli di immigrati, che sono andati a combattere con i terroristi islamici. Rivediamo il nostro concetto di educazione.
- Dobbiamo volerci bene. Come dice Padre Piero Gheddo l’Occidente non si ama più. Non amiamo la nostra tradizione, la nostra storia, siamo sempre pronti a dare ragione a chiunque, purché non sia occidentale e cristiano. Gli altri popoli non fanno così. In alcuni casi con la violenza, quasi sempre pacificamente, si amano e si valorizzano: impariamo a fare altrettanto. Rivediamo il nostro concetto di identità.